PARLA IL GOVERNATORE «Non avrei problemi a ripresentarmi. Si è proceduto in modo regolare ma qualche minimo errore può essere stato commesso»
Ricorsi post-voto, Illy pronto a una nuova campagna elettorale
 
Dentro le stanze del potere triestino si è annidato il virus ricorsi e il governatore Riccardo Illy è impegnato a preparare l'antidoto più potente: una nuova campagna elettorale.

E così, a meno di due mesi dall'esito delle urne, il presidente dichiara, a sorpresa e nella prima presa di posizione ufficiale, di sentirsi «già da oggi in campagna elettorale». Del resto, vista l'imprevedibilità della sentenza dei giudici, meglio avvantaggiarsi che aspettare lo sparo d'inizio. Non tradisce eccessiva preoccupazione, il governatore, ma non lascia trapelare neppure troppa tranquillità poiché «qualunque ricorso - ribadisce - può originare una sentenza non prevista». E l'insistenza sull'imprevedibilità del giudizio togato è una conferma, implicita, dello stato di pre-allerta. Mette entrambe le mani sul fuoco Illy affermando che «si è proceduto in maniera regolare», anche se «qualche minimo errore - afferma - può essere stato commesso».

Il precedente del Molise inizia a far tremare ma, terremoti a parte, il governatore rivolge il guantone agli sfidanti per domandare «il motivo per cui hanno fatto ricorso». Non attende la risposta, preferendo dare la sua versione dei fatti, rispettivamente per l'azione del Movimento Friuli e di Forza Italia: «Gli autonomisti hanno ricorso lasciando intendere però che avrebbero fatto marcia indietro in cambio di qualche nomina; gli azzurri ancora non ho capito con quale scopo si siano mossi».

Anche se lo scopo, se si legge Roma, non è di ostica individuazione. Pronostici? Ne fa uno il presidente, basato sul calcolo delle probabilità: «Si indicono nuove elezioni, vinco io, ma i milioni di euro spesi inutilmente chi li rimette?». Ad ogni modo, conclude, «non ho problemi ad affrontare, dopo nove mesi, un'altra campagna». Per rafforzare il calcolo probabilistico.

Irene Giurovic

Articolo apparso su Il Gazzettino del Friuli di 23 luglio 2003 - riprodotto integralmente