La bozza del Piano triennale riorganizza in maniera soft il settore della salute. Ma il Cro di Aviano perde funzioni importanti
 
Udine ospiterà il laboratorio unico per le analisi e la virologia.
 

Tagli in sanità, Trieste risparmiata

 

Salve cardiochirurgia e neurochirurgia. Al Burlo il centro sui tumori infantili del sangue

 

TRIESTE Nessun taglio radicale, ma i primi passi verso una ristrutturazione complessiva della sanità del Friuli Venezia Giulia, con la messa in rete delle offerte esistenti. Lo prevede la bozza di «Piano sanitario e sociosanitario 2006-2008» che, elaborata dalla direzione centrale della Salute, è stata consegnata in via riservata ai vertici delle Aziende sanitarie. Una bozza aperta laddove si tirano somme e si avanzano proposte. Una bozza ancora monca di alcune parti come quelle sulla medicina del lavoro o sulla medicina d’urgenza. Ma una bozza basata su una filosofia chiara: riordinare l’esistente, gettando le basi per una semplificazione dei servizi attraverso i più blandi dipartimenti funzionali o i più vincolanti dipartimenti strutturali, e al contempo confermare la centralità degli ospedali di Udine e Trieste.
Nella bozza di piano – che comprende sia l’organizzazione territoriale che quella ospedaliera - vengono innanzitutto individuati come punti di debolezza l’incidenza dei tumori, la depressione, i suicidi, le malattie sul lavoro e gli infortuni, la parcellizzazione dell’offerta, la rigidità sociale verso le riconversioni. Sotto la voce «minacce» si trovano il trend di crescita dei costi superiore al tasso di crescita del Pil regionale, il progressivo invecchiamento della popolazione, con bisogni sanitari in aumento rispetto alle risorse disponibili.
La bozza di Piano suddivide in tre aree vaste della salute il Friuli Venezia Giulia: quella di Trieste che comprende anche Gorizia, quella di Udine, quella di Pordenone che prevede l’integrazione del Cro di Aviano. All’interno di questa suddivisione la bozza stessa fa salve le grandi e piccole funzioni ospedaliere: le cardiochirurgie e le neurochirurgie (che hanno un bacino ottimale di utenza di 1,2 milioni di abitanti) restano due; le chirurgie continuano a essere garantite negli ospedali di rete come nei grandi ospedali e lo stesso vale per ortopedia e altre specialità.
Se Udine e Trieste confermano il ruolo centrale, Pordenone perde, almeno in questa fase, servizi come microbiologia, virologia, genetica e laboratorio, non vede riconoscere il ruolo di riferimento regionale per l’oncologia al Cro, dove vengono anzi tagliate l’oncoematologia e l’uso delle staminali nella cura di alcune patologie tumorali.
Ma che cosa cambierà, in concreto, almeno secondo la bozza di Piano, ancora in fase di studio? Per la medicina generale si prevede un consolidamento dell’attività negli ospedali di rete, lo sviluppo della degenza post acuzie e della riabilitazione, con il potenziamento dell’attività territoriale. Per l’oncologia si va verso il dipartimento funzionale di area vasta mentre per l’ematooncologia l’indicazione è di due centri in regione, uno a Udine (limitatamente agli adulti) e uno a Trieste (limitatamente ai bambini).
Nella nefrologia è previsto un aumento dei trapianti, si conferma il centro di riferimento unico a Udine per i trapianti dell’adulto e di Trieste per quelli del bambino. Nella neurologia si stabilisce che in ogni area vasta sia prevista la gestione dei pazienti con ictus. In Otorinolaringoiatria si prevede che le aree vaste di Trieste e Udine creino un dipartimento funzionale e quella di Pordenone un più vicolante dipartimento strutturale. Il Piano prevede poi che si arrivi a un laboratorio unico d’analisi, probabilmente a Udine, passando per la creazione di dipartimenti strutturali di area vasta. Lo stesso Piano stabilisce che anche Genetica umana e Virologia abbiano una funzione unica a livello regionale con sede a Udine.
Enri Lisetto

articolo apparso su Il Piccolo del 17 agosto 2005