Mercoledì, salvo rinvii, il tribunale esaminerà i due atti presentati dall'ex consigliere forzista Adino Cisilino e
 da Alberto di Caporiacco (MF)

Elezioni 2003: il Tar si pronuncia sui ricorsi
Si contestano, tra le altre cose, dichiarazioni firmate da alcuni cittadini non residenti in Fvg

Mercoledì, salvo slittamenti, il Tribunale amministrativo regionale esaminerà due ricorsi relativi alle passate consultazioni regionali, presentati dall'ex consigliere forzista Adino Cisilino e da Alberto di Caporiacco, di Movimento Friuli (all'epoca alleato del centro-destra).

Vi si individuano numerosi vizi formali relativi al deposito delle liste legate a Id, vizi ciascuno dei quali sufficiente - a giudizio degli scriventi - , a costituire elemento di nullità dell'elezione di Riccardo Illy. Per il Tar tratta di un primo esame della questione: i due ricorsi infatti non erano stati valutati per un'eventuale sospensiva come successo per altri. La documentazione fornita riguarda tra l'altro il Partito Pensionati nelle circoscrizioni di Udine e Tolmezzo, nonché la Lista Di Pietro-Italia dei Valori di Udine. Nel primo e nel secondo caso (definiti "pseudo atti"), secondo i rilievi dei ricorrenti alcune irregolarità riguarderebbero la sottoscrizione della dichiarazione di collegamento, firmata da parte di cittadini non elettori della Regione; la mancata autenticazione delle firme; nonché una infedele e falsa dichiarazione in atto pubblico. L'intestazione porta la data del 31 gennaio, e indica quella delle elezioni (stabilità però, con decreto, appena a metà marzo), si riferisce a Intesa democratica (presentata come simbolo anch'essa a marzo, e costituita a maggio) e a tutto il materiale (depositato a giugno) alla cancelleria del Tribunale di Udine.

In merito a quest'ultimo i ricorrenti notano trattarsi di 126 atti separati non numerati, privi di ordine cronologico, con carenze nella compilazione e anche nell'autenticazione delle firme. L'elemento chiave sembra essere peraltro la sottoscrizione della dichiarazione di collegamento effettuata da persone prive dei requisiti previsti dalla legge (appunto l'iscrizione alle liste elettorali locali), ovvero dai signori Lino Miserotti e Giacinto Boldrini non cittadini elettori del Friuli - Venezia Giulia. In quanto alla lista udinese di Italia dei Valori, nel ricorso si riscontra come il "sedicente pubblico ufficiale" deputato all'autenticazione quale "dipendente autorizzato dalla Provincia di Udine", non indicherebbe leggibilmente none, cognome e firma, rendendosi inidentificabile. Si tratterebbe di Maurizio Piercarlo Beacco, che  (come da dichiarazione del vicesegretario della Provincia, allegata all'atto giudiziario), non risulterebbe compreso nell'elenco dei dipendenti autorizzati dal presidente della Provincia ad assumere l'incarico di autotenticazione delle firme per le elezioni regionali.

Inoltre, secondo il rilievo, contrariamente a quanto attestato in formula d'autentica non ci sarebbe l'identificazione dei due elettori sottoscrittori, essendo non riempito con il numero del documento lo spazio in calce alla firma. Quali siano le valutazioni del tar, appare pressoché certo che il ricorso approdi poi al Consiglio di Stato. Anzi, secondo le voci di corridoio, forse sarà lo stesso Tribunale a rimettere la cosa a Roma. Per le elezioni dell'Abruzzo accadde appunto così. E', alla fine, il Consiglio decise di invalidarle.

Luciano Santin

articolo apparso sul Messaggero Veneto del 14 marzo 2004

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