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Nuovo ricorso: «Elezioni da annullare» |
Alberto di Caporiacco: «È irregolare il 30% delle autentiche delle
firme. Mi rivolgerò al Tar» |
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«Alla guerra come alla
guerra», sentenzia Alberto di Caporiacco . Al termine di un lungo e certosino lavoro di controllo negli uffici dei
tribunali, l'esponente di Lega
Friuli si è convinto che centinaia di
firme di supporto alla presentazione
delle liste siano irregolari. E così, proprio nel giorno dell'insedi
amento di Riccardo Illy, torna in
pista la clamorosa ipotesi dell'annullamento delle elezioni regionali.
Come due anni fa in Molise, quando le consultazioni vennero ripetute
sulla base di una denuncia del
genere e al termine di approfonditi accertamenti da parte del tribunale amministrativo di quella regione.
«Entro la fine
di questa
settimana - annuncia di Caporiacco - presenteremo un ricorso
al Tar di Trieste. Nel quale di mostreremo le irregolarità e
chiederemo una sospensiva cautelare. Cioè che non venga neppure
convocata la prima assemblea del parlamento regionale, il 1° luglio». Di
Caporiacco è consapevole che difficilmente il Tar accetterà di
paralizzare fin da principio l'attività amministrativa, ma è convinto
che il tribunale si prenderà il tempo opportuno per analizzare il
ricorso e verificare le irregolarità denunciate. Presto o tardi
, sostiene il friulanista, le elezioni dell'8 e 9 giugno saranno
annullate e si tornerà a votare.
SETTE LISTE NEL MIRINO. Sono sette le liste
di candidati che di
Caporiacco ha preso di
mira. «Hanno meno delle necessarie mille firme valide - sostiene
l'autonomista - i Ds, Forza Italia, l'Udeur e i Comunisti italiani nella
circoscrizione di Udine, i Ds, la Margherita e Rifondazione nella circoscrizione di Pordenone. Ho calcolato che circa
100 mila voti di elettori del
Friuli-Venezia Giulia sono andati a favore di
liste che non avevano i requisiti di
legge per partecipare alle elezioni». Nel ricorso, che sarà firmato con
ogni probabilità dallo stesso di Caporiacco , non si contesta la
falsità delle firme, ma i difetti di autenticazione delle stesse. «La
legge 53 del '90 - spiega ancora di Caporiacco - stabilisce chi è
legittimato ad autenticare le firme di
presentazione delle liste regionali. Si tratta, com'è noto, di notai, cancellieri di tribunale, ma anche sindaci,
consiglieri comunali, regionali eccetera. Un'altra legge spiega come si
debbano eseguire le autentiche». E sono proprio alcune di queste prescrizioni l'oggetto del
ricorso: «La legge stabilisce che ci debba essere il timbro del pubblico
ufficiale, e in diversi casi questo
timbro manca. In altri casi invece manca il luogo nel quale è stata
autenticata la firma. Ci sono poi circostanze in cui manca la data
dell'autentica. Talvolta è assente invece la qualifica del pubblico
ufficiale autenticatore: non è scritto se si tratta di un assessore, di un consigliere comunale o
cos'altro». Di Caporiacco segnala ancora casi in cui è assente il
riferimento al documento di
identificazione della persona che ha firmato. E denuncia l'abuso del
sistema di autenticazione "per
conoscenza personale": «Ci si domanda come un pubblico ufficiale possa
autenticare in questo modo duecento persone...». Il "giro turistico"
nella documentazione ha convinto di Caporiacco dell'irregolarità formale
del 30 per cento delle firme. «E poiché quasi tutti i gruppi politici
hanno presentato circa 1100 firme, soltanto un centinaio in più di quanto prescrive la legge, è
chiaro che se 300-400 di queste
vengono meno perché irregolari, salta tutto: le firme valide diventano meno di mille e i partiti non avrebbero
dovuto partecipare alle elezioni».
IL CAN CHE DORME. Il fervore legalistico
di di
Caporiacco e più in generale degli esponenti vicini al
Movimento Friuli si spiega con l'esclusione della lista degli
autonomisti dalla consultazione elettorale regionale. «Era meglio non
risvegliare il can che dorme», commenta di Caporiacco . Come è noto, l'Ufficio
centrale regionale aveva escluso il Movimento Friuli dopo che gli uffici
circoscrizionali di Pordenone e Udine avevano in un primo momento ammesso la lista nonostante avesse meno di 1000 firme di supporto, sulla base di
una diversa interpretazione della
legge. «L'esclusione dalle regionali ci ha impedito di fare adeguata campagna
elettorale per le comunali di Udine: eravamo troppo impegnati a preparare i ricorsi», assicura di
Caporiacco . La lista del Movimento Friuli ha ottenuto solo
lo 0,7% dei consensi in città e di Caporiacco , che ne era capolista,
ha ricevuto 8 voti di preferenza.
Francesco Antonini |
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