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Elezioni, la Digos indaga sulle firme |
La Procura della repubblica ha aperto un fascicolo. Il caso sollevato
dal Movimento Friuli |
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Il "caso" degli
esposti firmati Movimento Friuli è finito sul tavolo della Digos.
L'apertura di un fascicolo d'indagine, che dovrà accertare le ipotesi di
reato che gravano su 33 autenticatori nella circoscrizione elettorale di
Udine, è stata decisa dal pubblico ministero della Procura di Udine,
Claudia Danelon, dopo l'inoltro degli atti da parte della Procura
generale di Trieste. I leader autonomisti avevano depositato gli esposti
il 12 luglio, a Trieste. Da lì sono stati poi diramati alle Procure
territoriali per l'avvio delle indagini, che, nella fase preliminare non
hanno ancora comportato alcuna iscrizione sul registro degli indagati.
Complessivamente nel mirino del Movimento Friuli ci sono 110 pubblici
ufficiali tra Udine, Tolmezzo e l'intero territorio regionale di
competenza degli autenticatori della lista Intesa democratica.Stando
all'esposto, le presunte false formule d'autentica sarebbero motivate
sia da identificazioni prive di documenti degli elettori, nonostante le
dichiarazioni affermino il contrario, sia da identificazioni che, pur
avvenute per conoscenza personale, risultano con «documento segnato in
calce ma, in realtà, inesistente».
Investite dalla vicenda, per quanto riguarda Udine, sono le liste
circoscrizionali Ds, Margherita, Comunisti italiani e Udeur-Partito
regionale. Tra i nomi "eccellenti" indicati dal Movimento Friuli ci sono
anche cinque sindaci: Pietro Paviotti (Cervignano), Fulvio Tomasin e il
vice Nicola Simeon (Terzo di Aquileia), Giovanni Cumin (Campolongo al
Torre), Piergiorgio Domenis (Pulfero) e Anna Maria Toneatto (Talmassons).
Tra i consiglieri, invece, ci sono Andrea Montich, Alessandra Beltrame e
Cristiano Lesa.
Intanto, il segretario Mf, Marco De Agostini, legge, dal suo punto di
vista, le mosse tattiche del governatore Illy («nomine a go-go») come
una vera «occupazione totale di potere». «C'è una corsa a deliberare -
spiega - prima che si proclami la caduta del presidente». Preannuncia
nuove barricate «se le retribuzioni degli esperti esterni non dovessero
essere messe a bilancio della giunta, ma del consiglio».
Irene Giurovich |
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