Autonomismo e ambiguità

    Pare che la parola d'ordine e la segreta ambizione di alcuni che si professano autonomisti sia quella di proporsi come ascari della Lega Nord. Potremmo usare, in alternativa, la friulanissima definizione di "sòtans".
    Naturalmente, però, cavalcando questa scelta sull'onda dell'ambiguità, anche per lucrare comode posizioni personali. A Udine assistiamo a una sorta di circo Barnum che prevede la presenza di verdi, alcuni già demoproletari, nella giunta Cecotti. Quest'ultimo, come è noto, è un tesserato della Lega Nord che a Trieste così come a Roma governa organicamente con Forza Italia e Alleanza nazionale, Nel mentre gli assessori verdi cantano in coro con cecotti attenti a non stonare, il loro partito di riferimento fa parte integrante dell'Ulivo e loro rappresentanti, obbedienti a Pecoraro Scanio, compiono giocosi girotondi attorno alla sedi Rai contro l'odiato Berlusconi.

   Ma il circo non si esaurisce con questo allegro "primo quadro". Ve n'è un secondo che prevede rappresentanti della lista Per Cecotti-Movimento Friuli, evidentemente in chiaro dissenso con il leader dell'Mf Marco De Agostini, il quale si è dichiarato più volte indisponibile a una replica dell'operazione Cecotti, saldi paladini della maggioranza cecottiana, con una spruzzata di sinistra (l'ex deputato comunista Renzo Pascolat capogruppo) e un richiamo alla storia (la presenza del veterano Gianfranco D'Aronco, peraltro già accodatosi al carroccio leghista accettando una presidenza onoraria, non siamo riusciti ancora a capire se poi rinnegata o meno).

   Ma nel circo c'è spazio per tutto, anche per la notizia secondo la quale si sarebbe vicinissimi a un'intesa tra le forze "friulaniste", salvo poi andare a leggere e scoprire che il Movimento Friuli unica vera e autentica "icona" autonomista nella quale chi scrive ha militato, non ci sta. Fuarce Friûl (erede di quella Lega Friuli capace di conquistare 13 mila voti alle provinciali del 1995) nemmeno. Non ci sta neppure il nuovo movimento fondato dal già padre  padrone della Lega Nord locale, Roberto Visentin. E allora?

   Riteniamo che l'unico problema a sussistere  sia quello di perpetuare l'inganno riguardante l'esistenza di un "unione di autonomisti" indipendente dal partito di Bossi. Un autonomismo indipendente di sicuro c'è, costituito da chi, pagando anche dal punto di vista personale, ha ritenuto di avere le mani libere, e continuerà, come il Movimento Friuli di De Agostini e Fuarce Friûl di Sergio Cragnolini, a non accodarsi, rifiutando la divisa dell'ascaro, magari concettualmente di sinistra, ma banditore di un sindaco tesserato di un partito alleato con la destra. Se infatti un tempo conveniva essere fedele soldatino del Pci per fare un paio di mandati a Roma e in Regione, oggi evidentemente conviene mantenere quest'ambigua ammiccante posizione senza nemmeno il pudore di evitare di parlare di autonomismo storico per disertare del quale occorrono coerenza ideale e, appunto, storia.

Alberto di Caporiacco

pubblicato su il Messaggero Veneto del 26 marzo 2002